Un'indagine a tre livelli sul rapporto tra spazio, corpo e memoria, tra danza e architettura.
concept
Dehors/Audela, Giulia Vismara
con Salvatore
Insana, Elisa Turco Liveri, Giulia Vismara
con la voce di Roberto Giannini
con la voce di Roberto Giannini
musica e sound design
Giulia Vismara
immagini e video
Salvatore Insana
con il sostegno di
Anghiari Dance Hub, ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, Armunia,
Spazio K, FabbricaEuropa, Verdecoprente Re.Te. e Florian Metateatro
Spazio K, FabbricaEuropa, Verdecoprente Re.Te. e Florian Metateatro
Memorie a bassa definizione, disturbate dal presente. In(de)codificabili. Di quando non pensavamo a confezionarci per il prossimo. Planimetrie è un'indagine sviluppata a tre livelli sul rapporto tra spazio, corpo e memoria, tra danza e architettura. È il tentativo di rievocare un interno, nell’imprevedibilità del ricordo, nella reversibilità imponderabile delle tracce, ripartendo da un in(d)izio sempre uguale e diverso. Una stanza, quella in cui ognuno ripone il ricordo della propria essenza più profonda.
La performer si relaziona in maniera oggettiva al suono e allo spazio costruendo una sorta di misurazione e mappatura dello spazio vuoto, per poi cadere a tratti su un piano più emozionale ed intimo. La musicista e il video maker, entrambi in scena, contribuiscono a definire lo spazio, allestendolo in tempo reale con la strumentazione tecnica necessaria a far emergere, suoni, immagini, segni di una possibile planimetria emozionale, elaborando man mano una sorta di mappatura che si stratifica su più livelli. La spazializzazione del suono tramite l'utilizzo di quattro speakers, registratori analogici, suoni concreti e voci raccolte nel tempo, crea un effetto immersivo e di forte coinvolgimento del pubblico. La performer tenta di abitare questi luoghi che, una volta creati, vengono subito decostruiti, passando per diversi piani (oggettivo, materico, emotivo). Nell'interazione tra corpo, suono e immagini si rievoca uno spazio tanto preciso quanto indescrivibile fatto di distanze tra oggetti e proporzioni tra i volumi, e il cui disegno finale però sfugge di continuo, come la memoria che spesso modifica la percezione delle misure e delle distanze. I corpi si muovono in una zona di confine che, nel suo farsi e disfarsi, è il luogo di un processo di gestazione della forma, mentre la ricerca del movimento oscilla di continuo tra paesaggio interno ed esterno, tra intimità e rapporto con il pubblico, con l'esterno. È possibile sentire uno spazio senza vederlo?
Il progetto Planimetrie, nato
da un primo studio all'interno di Spazio K dopo un primo periodo di
residenza a Teramo con ACS AbruzzoSpettacolo, è stato presentato per
la prima volta in forma di studio a settembre 2016 presso Teatri di
Vetro a Roma.
Selezionato
per AnghiariDanceHub 2016, a
novembre dello stesso anno il progetto approda a Verdecoprente con
seconda residenza artistica e a gennaio viene selezionato per il
bando InGenerazione a San Gimignano.
Ospitato
in residenza ad aprile 2017
da Armunia a Castiglioncello (LI), è stato presentato in una seconda
anteprima negli spazi di FabbricaEuropa a maggio
2017, a Genova per FuoriFormato, Museo di Villa Croce, giugno 2017, a Forte Marghera per ElectroCamp V.
Planimetry is a
three-level study on the relationship between space, body and memory,
between dance and architecture. Low-fi memories, disturbed by the present. In(de)codified. When we did not think about packing ourselves for the next.. It's an attempt to recall an
interior, in the unpredictability of memory, in the imponderable
reversibility of the tracks, dividing from an always equal and
different beginning/clue. A room, the one where each one recalls the
memory of his deeper essence.
The performer relies
objectively on sound and space by building a sort of measurement and
mapping of empty space, then falling at times on a more emotional and
intimate plane.
Both the musician and the
video maker, both in the scene, help define the space by putting it
in real time with the technical equipment necessary to bring out
sounds, images, signs of a possible emotional plan, and elaborating a
sort of mapping layered on multiple levels.
Spatializing sound
through the use of four speakers, analog recorders, concrete sounds
and time-worn voices creates an immersive effect and strong public
involvement.
The performer tries to
inhabit these places that, once created, are immediately
deconstructed, passing on different levels (objective, material,
emotional).
In the interaction
between body, sound and images, one can recall a precise and
indescribable space made of distances between objects and proportions
between the volumes, and whose final design, however, escapes
continuously, such as the memory that often changes the perception of
measurements and distances.
The bodies move in a
border area that, in its being made and disfigured, is the place of a
gesture of form gesture, while the search for movement swings
continuously between the inner and outer landscape, between intimacy
and relationship with the public, with the outside.
Can you feel a
space without seeing it?
SCHEDA
TECNICA
durata 35'
durata 35'
white
box
linoleum
bianco
fondale
bianco
1
videoproiettore minimo 4000 ansilumen lente 0.8 da tenere a terra,
ingresso VGA e S-VIDEO
1
cavo video 10 metri
1
cavo VGA o HDMI 10m
luci
(dotazione ideale per spazio minimo 6mX6m con due o tre americane)
(pianta
luci adattabile allo spazio a disposizione)
12
pc 1000w con bandiere e portagel (o dotazione adeguata per un
piazzato generale)
3
domino
2
sagomatori
consolle
luci sul palco
2
tavoli sul palco (in nostra dotazione)
1
mixer audio 8 canali (su palco) + 4 casse 5-8 pollici (2 in nostra dotazione se necessario)
+ 4 cavi cannon
xlr 10metri
1
microfono con asta